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Mi fa notare che la mia sintassi è a placche

e genera protusioni della spina verbale.

In pratica, la discopatia compare in parole povere

storpiando il tronco a capo,

cosa che addolora il lettore. Un obbrobrio,

per il suo gusto. Le voglio spiegare

che scrivo mela: che peccato!, ma intanto la zolla 

sulla quale insiste la regione frontale 

sposta l’espressione e genera vela: che pescato!, 

Lei obietta che è solo un gioco lessicale, non certo poesia.

Vorrei sottolineare che davvero io vedo il frutto

gonfiarsi nel vento e trasportare l'umanità

sulla riva sbagliata (nemmeno le dico che tutto nasce

dal fare rotta su Dio!). La pancia in piena forma 

gravida della polpa ora gravita

in un gioco che più di un gioco

non sarà mai.

Navigo tra le righe come un brigantino

con il sento in poppa. Serve spiegare

le parti di un componimento? Gli ingredienti

non sono quelli soliti, d'accordo, però

il cuoco impiatta a modo suo grani

carni e crocchie di angosture comuni.

Io lo faccio svuotando la polpa in vista

dell'ultimo torto che andrà in porto:

noi scemati da incomprensioni. 

 

 Gil - 30/08/2023 08:20:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Giochi con la lingua come solo i poeti riescono a fare, i poeti di talento, intelligenza e abilità artigianale. E ogni volta doni meraviglie a chi riceve l’onore e il dono di leggerti.

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